LA SCOPERTA DEGLI ESOPIANETI
Fino agli anni '90 del secolo scorso, il nostro Sistema Solare era l'unico modello esistente di Sistema Planetario. A partire dalla seconda meta' degli anni '90, grazie alla messa a punto di particolari tecnologie, si e' potuto identificare con certezza la presenza di pianeti extrasolari (o esopianeti ) in orbita intorno a stelle diverse dal nostro Sole.
La scoperta degli esopianeti fu confermata nel 1995 da due ricercatori astronomi dell'Osservatorio di Ginevra: Michel Mayor e Didier Queloz. Essi annunciarono sulla rivista “Nature” di avere identificato 51 Pegasi b, il primo pianeta extrasolare, orbitante attorno alla stella 51 Pegasi, situata ad una distanza da noi di circa 48 anni luce, in direzione della costellazione di Pegaso. La scoperta avvenne in Francia, all'Observatoire de Haute-Provence, grazie al metodo della velocita' radiale e fu avvalorata dagli statunitensi Geoffrey Marcy, della San Francisco State University, e Paul Butler dell'Universita' della California, Berkeley.
L'esopianeta 51 Pegasi b, noto anche con il nome di Bellerophon (Bellerofonte) e successivamente rinominato Dimidium, e' stato il primo pianeta extrasolare visto orbitare attorno ad una stella simile al nostro Sole. Prima della sua scoperta erano stati identificati soltanto pianeti orbitanti intorno ad una pulsar. L'esistenza di 51 Pegasi b fu, in seguito, confermata da molti team di ricerca, grazie ai numerosi dati ottenuti sulle sue caratteristiche.
Il nome Dimidium, proposto dall'Astronomische Gesellschaft Luzern (Associazione Astronomica di Lucerna, in Svizzera), significa “meta'” nella lingua latina. Questo termine vuole sottolineare come il pianeta abbia circa la meta' della massa di Giove e sia il prototipo dei pianeti gioviani caldi.
Con la scoperta di 51 Pegasi b si e' potuto constatare l'esistenza di pianeti giganti in orbite molto vicine alla propria stella. Un esempio, a tal proposito, e' dato dal Sistema Planetario di 55 Cancri, che e' da considerare una tra le piu' importanti scoperte effettuate dagli astronomi.
51 Pegasi b presenta le seguenti caratteristiche:
orbita intorno alla propria stella in circa 4 giorni terrestri;
la distanza dal proprio sole e' inferiore rispetto a quella che ha Mercurio dal nostro Sole;
ha una temperatura di 815 gradi Celsius;
possiede una velocita' orbitale di 136 km/s;
e' un gigante gassoso, anche se inizialmente si pensava fosse un pianeta roccioso, ossia composto per lo piu' da roccia e metalli;
e' sufficientemente massivo da trattenere la propria atmosfera senza che il vento stellare (ossia il flusso di gas emesso dall'atmosfera superiore della sua stella) possa strappargliela;
ha un raggio piu' grande di quello di Giove (RJ = 69.911 km), nonostante la sua massa sia piu' piccola. Cio' e' dovuto probabilmente all'elevata temperatura che gonfia l'atmosfera del pianeta, rendendola meno densa;
ha un'atmosfera circondata da bagliori azzurri, da attribuire probabilmente all'evaporazione del nichel provocata dall'elevata temperatura del pianeta;
presenta strati di gas sottostanti talmente caldi da renderlo di colore rosso incandescente;
e' in rotazione sincrona con la propria stella, ossia il suo periodo di rotazione e' uguale a quello di rivoluzione. Quindi, il pianeta mostra sempre la stessa faccia alla stella attorno alla quale esso orbita, proprio come accade nel caso della Luna, che mostra sempre la stessa faccia alla Terra, indipendentemente dal punto di osservazione sulla Terra.
Attualmente i pianeti scoperti in orbita intorno a stelle diverse dal nostro Sole sono oltre 3.700, distribuiti in oltre 2.700 Sistemi Planetari diversi.
La maggior parte degli esopianeti riconosciuti non assomiglia alla Terra, ma essi presentano caratteristiche molto vicine a Giove o Nettuno, ossia ai giganti gassosi del nostro Sistema Solare.
World-renowned
Swiss astronomers Didier Queloz and Michel Mayor of the Geneva
Observatory are seen here in front of ESO’s 3.6-metre telescope at
La Silla Observatory in Chile. The telescope hosts HARPS, the world’s
leading exoplanet hunter. They were awarded the 2011 BBVA Foundation
Frontiers of Knowledge Award in Basic Sciences for their
ground-breaking work on exoplanets.
(Credit:
L.
Weinstein/Ciel et Espace Photos).
Per ripercorrere la storia dei cacciatori di pianeti, guarda il documentario prodotto dalla NASA: |